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CORRIERE DELLA SERA – CORTE DEI CONTI E FEDERICO FELLINI – 5-2-2014

IL DEBITO SECONDO IL FINANCIAL TIMES

E la Corte dei conti chiede 234 miliardi a S&P

L’accusa dei magistrati all’agenzia: non considera il patrimonio artistico. Coinvolte anche Moody’s e Fitch

  • Financial Times 2

LA DOLCE VITA_F.FELLINI_1

Quanto valgono in termini di bilancio pubblico e di spread «La Divina Commedia», «La dolce vita» di Fellini o La Cappella Sistina di Michelangelo? Quanto va considerato, nella ricchezza dell’Italia, l’immenso patrimonio storico, artistico e letterario accumulato in millenni? Secondo la Corte dei conti questa ricchezza va considerata eccome, quando si valuta l’affidabilità creditizia di un Paese. Cosa che invece le agenzie di rating non avrebbero fatto nel 2011, quando sull’onda dei timori per la tenuta dei debiti sovrani nei Paesi periferici dell’Eurozona declassarono pesantemente, e in più momenti, il giudizio sull’Italia a un passo dal livello «spazzatura» (junk ).

Per i giudici contabili è stato un errore: anche per questo hanno citato il colosso Standard & Poor’s (rating sull’Italia «BBB»), per una cifra gigantesca, destinata a battere ogni record in termini di richieste di danni: 234 miliardi di euro. La notizia è stata anticipata ieri nella sua edizione online dal Financial Times , secondo il quale sono stati trascinati in giudizio anche le altre agenzie, Moody’s e Fitch. A mancare, nella valutazione degli analisti delle tre agenzie, fra le altre cose, anche la ricchezza immateriale dell’Italia fatta di opere d’arte, beni architettonici, letteratura, persino film (il FT cita proprio il capolavoro di Federico Fellini nel titolo dell’articolo). L’agenzia statunitense ha confermato la notizia della causa, definendola «non seria e senza merito». Anche un portavoce di Moody’s ha definito «priva di merito» la mossa della Corte, mentre Fitch ha fatto sapere che collaborerà nel processo:

«Capiamo le preoccupazioni del tribunale, ma crediamo di avere operato sempre in maniera corretta e nel pieno rispetto della legge». Maggiori dettagli sulla mossa giudiziaria della Corte dei conti dovrebbero essere resi noti dalla Procura il prossimo 19 febbraio. E già si preannuncia uno scontro durissimo: secondo il FT i legali delle agenzie si prepareranno a contestare la legittimità dell’azione, visto che si tratta di un tribunale che valuta la responsabilità dei dipendenti pubblici e non anche di una entità esterna come un’agenzia di rating, anche se le sue azioni influenzano direttamente l’attività dello Stato attraverso l’attribuzione di un merito di credito che è uno degli elementi che incidono sul costo del debito pubblico. In Italia il taglio del rating e il conseguente innalzamento dello spread, sottolinea il FT , portarono prima alla caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011 e a una serie di misure economiche di emergenza da parte dell’esecutivo di Mario Monti.

Si tratta della seconda azione giudiziaria dello Stato italiano contro le agenzie di rating: l’anno scorso il pm di Trani, Michele Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio di nove tra dirigenti e funzionari di S&P e di Fitch (archiviata la sola posizione di Moody’s) per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata in quanto «attraverso artifici a carattere informativo fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari un’informazione distorta in merito all’affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di rilancio economico adottate dal governo italiano, per disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore». L’udienza preliminare riprenderà il 18 febbraio con la decisione del gup Angela Schiralli sulle associazioni dei consumatori come parti civili.

05 febbraio 2014

Italy accuses S&P of not getting ‘la dolce vita’ – FT.com

February 4, 2014 8:09 pm

Italy accuses S&P of not getting ‘La Dolce Vita’ by Fellini

By Stephen Foley in New York and Guy Dinmore in Rome

2/5/14 6:11 PM

©Bloomberg

If financial analysts had spent more time admiring a Michaelangelo fresco or reading Dante instead of poring over spreadsheets, they might not have touched off the inferno that engulfed the Italian sovereign debt market, Italy’s state auditor

Standard & Poor’s revealed on Tuesday it had been notified by Corte dei Conti that credit rating agencies may have acted illegally and opened themselves up to damages of €234bn, in part by failing to consider Italy’s rich cultural history when downgrading the country.

The potentially gigantic claim, which S&P dismissed as “frivolous and without merit”, relates to the string of downgrades the rating agency issued on Italian debt when the eurozone crisis intensified in 2011.

Notifying S&P that it was considering legal action, the Corte dei Conti wrote: “S&P never in its ratings pointed out Italy’s history, art or landscape which, as universally recognised, are the basis of its economic strength.”

An official in Italy confirmed the judicial inquiry into S&P and its smaller

peers, Moody’s and Fitch, and said that more details would be released by the prosecutor acting for the Corte dei Conti on February 19.

Previous reports have indicated the auditor is considering whether “reckless” rating agency reports on Italy’s public debt contributed to a worsening of the sovereign debt crisis, forcing the governments of Silvio Berlusconi and then Mario Monti to take emergency measures.

While it remains uncertain that the claim will be brought, the auditor’s dramatic threat – and the size of damages it has suggested – reflects anger in European political circles at the role played by rating agencies in the market turmoil that threatened the eurozone.

The prospect of sovereign downgrades caused waves of selling of government debt from countries such as Italy and Spain, raising their borrowing costs and further damaging their public finances.

The Corte dei Conti is an institution with the constitutional role of “safeguarding public finance and guaranteeing the respect of the jurisdictional system”.

S&P is expected to claim that it has jurisdiction only over government employees and agents and not over rating agencies.

A spokesman for Moody’s also said the allegations were without merit.

Fitch said it would co-operate with the probe. “As we understand the prosecutor’s concerns, we believe Fitch at all times acted appropriately and in full compliance with the law.”

A €234bn lawsuit would dwarf all other legal claims brought against the rating agencies over the actions in the run-up to, and during, the financial crisis.

Investors in mortgage-backed derivatives have lodged claims alleging that the agencies exaggerated the creditworthiness of these complex instruments to win business – claims the agencies have denied.

The US government has separately launched a $5bn civil lawsuit against S&P saying it fraudulently inflated ratings on collateralised debt obligations.